La canapa legale in economia rappresenta un ritorno al passato, un glorioso e fruttoso. Prima della seconda guerra mondiale, fino al 1940 l’Italia dedicava alla coltura della canapa 90mila ettari del proprio territorio. Veniva prodotta più canapa di quanto se ne realizza oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari a livello globale. Nel dopoguerra tutto finì:’la complessità e la mole di lavoro richiesta dalla coltivazione, ma soprattutto l’arrivo di più economiche fibre sintetiche dagli Stati Uniti, come il nylon, hanno portato ad abbandonare la coltivazione della canapa da fibra. La confusione generata da successivi interventi normativi antidroga ha finito per far dimenticare questa risorsa naturale.
Ma nel resto d’Europa e del mondo le cose sono andate diversamente, specie negli anni recenti. La coltivazione è ripresa in molti paesi europei: in Inghilterra, Germania, Polonia e Romania si è tornati a investire sulle canapa industriale già dagli anni Novanta. In Francia le colture non sono mai cessate, infatti i nostri cugini sono divenuti i leader europei del settore. Su 20mila ettari coltivati a canapa in tutto il continente, più di 11mila sono francesi (segue la Germania con 2500 ettari e il Regno Unito con 1.500). E noi siamo rimasti indietro.
L’interruzione per oltre cinquanta anni nella coltivazione e della trasformazione della canapa legale, secondo Adriano Zaccagnini, firmatario di un’altra proposta di legge, è stata causa di un pesante gap tecnologico sia nella genetica, settore in cui l’Italia aveva in passato primeggiato, sia per quanto concerne i macchinari agricoli e quelli per la prima trasformazione.
La rivoluzione per l’Italia potrebbe arrivare proprio con la diffusione del fenomeno “Cannabis light”. Nel corso di tutto il 2017 sono proliferati non solo i produttori e tutti gli altri attori della filiera, ma anche la qualità del prodotto ha raggiunto standard europei impensabili in precedenza.
Ora il discorso è semplice. Se è vero quello che dicono le statistiche, in Italia si fuma illegalmente la peggior marijuana in Europa. Il che potrebbe farci pensare in primo luogo a chissà quali schifezze ci siamo fumati in questi anni. Ma soprattutto dovrebbe farci riflettere tutti su due cose, due semplici dati di fatto.
Un mercato controllato e legale ci permette di avere dei prodotti in commercio di qualità. Dal punto di vista del gusto, il piacere del sapore e del profumo, ma anche per quel che riguarda l’aspetto biologico delle sostanze che fumiamo. La canapa legale è un prodotto “sicuro”.
Un’intera economia di settore non vede l’ora di esplodere e di affacciarsi su uno dei mercati più pronti e affamati del mondo. E c’è solo da augurarselo!
Ma tu, cosa ne pensi?